La conferma della rosa, i punti di domanda di Froome e Aru
I cedimenti di Froome a Aru confermano il loro trend negativo. A quasi metà Giro il Gran Sasso conferma la rosa di Yates.
Era chiaro che il Gran Sasso d’Italia, con l’arrivo posto alla quota di Campo Imperatore, avrebbe avuto molte cose da dire. Quanto meno, emettere delle sentenze che, se non definitive, sarebbero state da interpretare, alla vigilia della seconda giornata di riposo, con un’importanza molto particolare. Per assurdo, se la lunga fuga di giornata avesse avuto un’evoluzione positiva, tale da far sì che i big non avessero da giocare tra di loro la vittoria di tappa, il responso di questa più importante tappa appenninica del Giro 2018, avrebbe potuto creare una maggiore selezione.
Una fuga di giornata partita praticamente al Km 0, che ha visto protagonisti Cherel, Ballerini, Masnada, Boaro, Visconti, Andreetta, Benedetti, Wellens, Berhane, Carthy, Belkov, Brambilla, Didier e Turrin. Qualche chilometro più tardi a questo plotone di attaccanti si è aggiunto anche Boivin. Un tentativo che a 50 Km dal traguardo ha toccato l’apice del vantaggio, raggiungendo i 7’25”. Non pochi, nonostante la parte più insidiosa della frazione e l’arrivo in quota fossero sempre da affrontare. Particolare questo, non certamente secondario, che ha indotto il forte del gruppo composto da tutti i big, a darci dentro e tentare il ricongiungimento. Un tentativo che ha visto coinvolte soprattutto le formazioni della Mitchelton-Scott (il team della maglia rosa) e l’Astana. Alla fine, con il gruppetto dei battistrada che andava sempre più sfoltendosi con l’intensificarsi della salita verso Campo Imperatore, è rimasto da solo al comando Fausto Masnada, corridore dell’Androni Giocattoli-Sidermec. Fino ad oggi la compagine più garibaldina in questo primo scorcio di Giro d’Italia. Il corridore bergamasco ha visto infrangersi i sogni di gloria ai meno 2700 metri dal traguardo. In quel momento i big si sono fatti sotto per andare a giocarsi la tappa in uno sprint ristretto. Molto ristretto, sarebbe il caso di dire. Perchè sulle ultime rampe, hanno segnato il passo due contendenti importanti del calibro di Chris Froome e Fabio Aru. La coppia della formazione australiana della Mitchelton-Scott composta dalla maglia rosa Simon Yates e il colombiano Esteban Chaves, ha cercato, proseguendo sul medesimo atteggiamento che ha caratterizzato il loro modo di correre in queste prime nove tappe, di raccogliere il risultato di tappa; ma soprattutto, di guadagnare altri preziosi secondi sui corridori che alla vigilia da Israele, godevano dei favori del pronostico per la vittoria dell’edizione 101 della corsa rosa. Sul Gran Sasso, Yates ha lasciato da parte la cavalleria e opportunamente, si è concesso la vittoria di tappa in maglia rosa. Andando a raccogliere il suo primo successo parziale nella nostra corsa più amata. Alle sue si è piazzato il francese Thibaut Pinot che dal Tour of the Alps va palesando senza interruzioni, un’ottima condizione. Più indietro Chaves, Pozzovivo e il vincitore della tappa di ieri, Richard Carapaz. Al momento, sono questi cinque gli atleti che sembrano possedere la gamba giusta. La risposta che si attendeva dalla nostra montagna insulare più elevata è stata questa. Un verdetto che per alcuni, loro malgrado, ha dato segnali del tutto opposti tanto che, con oltre un terzo di gara alle spalle, la “top five” dei favoriti che, con consensi abbastanza concordi veniva sottolineata alla partenza da Israele, deve essere rivista per almeno tre quinti. Infatti, a forza di evocare la terza settimana, Chris Froome e Fabio Aru avranno da valutare invece, nella seconda giornata di riposo, se non sia il caso di lasciare il Giro che, più per la loro attuale scarsa competitività, che per la quantità di tempo - per quanto importante – che vede ognuno di loro distante dall’attuale leader Yates, appare di per sé, abbastanza compromesso (Froome 11° a 2’27”; Aru 15° a 2’36”). Ciò che manca a entrambi e che fa apparire la loro situazione senza una chiara via d’uscita, è la reciproca scarsa reattività. La totale assenza di cambio di ritmo. Osservazioni e accuse che due anni fa venivano rivolte anche a Vincenzo Nibali, dopo tutta una serie di performance negative. In particolare dopo quella che sembrava l’ormai irreversibile débâcle sul traguardo di Andalo. In quella circostanza eravamo addirittura all’indomani dell’ultimo giorno di riposo, con appena cinque tappe da disputare. Il fuoriclasse siciliano seppe poi compiere il miracolo. Trasformando in trionfo, una situazione che appariva irrimediabilmente compromessa. Ma, come si sa, "non tutti i giorni, è domenica".
Può starci di tutto, ma se vogliamo attenerci a quello che ha detto la tappa del Gran Sasso, analizzando tale verdetto sequenzialmente a ciò che hanno espresso le otto tappe precedenti, il responso appare se non irreversibile, comunque poco confortante per i due soggetti analizzati. Come pure, alla luce di quanto va da giorni affermando il diesse dell’Astana, Beppe Martinelli, sembrano scemate nel volgere di una settimana, le ambizioni di Miguel Angel Lopez. Nell’ultima frazione appenninica il colombiano ha lasciato sul terreno 12 secondi. Gli stessi accusati dall’attuale favorito Tom Dumoulin. C’è da sottolineare tuttavia che se per l’olandese era ipotizzabile un finale in difesa, il giovane sudamericano aveva messo alla frusta i suoi uomini e la sua formazione è stata determinante per il ricongiungimento al plotone degli attaccanti di giornata. Martinelli ha spiegato poi, nel corso del “Processo alla tappa”, le cause del cedimento del suo atleta nel finale di gara. Quando Ciccone, Pozzovivo e Pinot hanno inteso forzare il ritmo: "mancanza di gambe".
Martedì la corsa riprenderà proponendo quattro frazioni nelle quali non si evidenziano particolari difficoltà, tali da modificare sensibilmente la classifica generale che invece, subirà mutamenti nel corso del week-end, nelle tappe dello Zoncolan di sabato e di Sappada di domenica. Posti i grossi punti interrogativi sui due big Froome e Aru, la situazione appare piuttosto fluida per quanto concerne le parti alte della classifica a tempi. Premesso che, non sta scritto da nessuna parte che l’attuale maglia rosa debba cedere nell’ultima settimana. La filosofia di rimandare, o quanto meno concedere troppa importanza all’ultima parte del Giro, sta diventando un tormentone che rischia di mettere fuori strada molti attesi protagonisti. L’antologia della corsa rosa è piena di storie di campioni che si sono messi in evidenza già nelle prime frazioni e che poi nel finale, hanno confermato la loro superiorità e il loro particolare stato di grazia. Dai trionfi di Roche, a quelli di Bugno, Chioccioli, Berzin, Tonkov e in epoche più recenti, i successi di Basso, Di Luca, e la prima vittoria di Vincenzo Nibali. Tra l’altro, la Mitchelton-Scott sta correndo bene, ottimizzando al meglio le potenzialità della coppia d’assalto composta dal ritrovato Chaves e dal giovane attuale leader. Tutto questo al di là dei sospetti, da ritenere scarsamente fondati, di una rivalità tra i due che, al contrario, stanno dimostrando una formidabile compattezza e unità d’intenti.
Foto Credit: LaPresse - D'Alberto / Ferrari / Paolone / Alpozzi
ORDINE D'ARRIVO:
1 Simon Yates (GBR) Mitchelton - Scott 5:54:13
2 Thibaut Pinot (FRA) Groupama - FDJ s.t.
3 Johan Esteban Chaves Rubio (COL) Mitchelton - Scott s.t.
4 Domenico Pozzovivo (ITA) Bahrain - Merida 0:04
5 Richard Antonio Carapaz Montenegro (ECU) Movistar 0:04
6 Davide Formolo (ITA) Bora - Hansgrohe 0:10
7 George Bennett (NZL) Lotto NL - Jumbo 0:12
8 Tom Dumoulin (NED) Sunweb 0:12
9 Miguel Angel López Moreno (COL) Astana 0:12
10 Giulio Ciccone (ITA) Bardiani Valvole - CSF Inox 0:24
l'ordine d'arrivo completo della nona tappa
CLASSIFICA GENERALE:
1 Simon Yates (GBR) Mitchelton - Scott 37:37:15
2 Johan Esteban Chaves Rubio (COL) Mitchelton - Scott 0:32
3 Tom Dumoulin (NED) Sunweb 0:38
4 Thibaut Pinot (FRA) Groupama - FDJ 0:45
5 Domenico Pozzovivo (ITA) Bahrain - Merida 0:57
6 Richard Antonio Carapaz Montenegro (ECU) Movistar 1:20
7 George Bennett (NZL) Lotto NL - Jumbo 1:33
8 Rohan Dennis (AUS) BMC Racing Team 2:05
9 Pello Bilbao Lopez De Armentia (ESP) Astana 2:05
10 Michael Woods (CAN) EF Education First - Drapac 2:25