Elia Viviani: il tris della rabbia

Si usa dire: “non c’è 2 senza 3”, ma se il 3 si fa attendere troppo, qualcuno può anche arrabbiarsi. È il caso di Elia Viviani, che dopo lo splendido show nel fine settimana d’apertura in Israele, aveva dato l’impressione negli sprint successivi, di avere perso un po’ di smalto. Finalmente a Nervesa della Battaglia, sono ritornati ottimali tutti i sincronismi a livello di squadra. Sincronismi che hanno consentito di portare lo sprinter più forte del Giro, a far esplodere il suo guizzo veloce nel momento giusto, al posto giusto.

Orfana della ruota veloce Jakub Mareczko, la Wilier Triestina ha inteso giocare d’anticipo, puntando la carta del finisseur con Marco Coledan, a poco più di un chilometro dall’arrivo. Tanto è bastato a scompaginare - sia pure in parte - i giochi. Costringendo i velocisti a rivedere i tempi nei quali lanciare lo sprint. In particolare Modolo e Bennet, apparsi entrambi oggi, particolarmente ispirati; peccato per loro, che Elia Viviani abbia affrontato la volata con un diavolo per capello. Con quella rabbia che, come capita spesso alle persone sensibili e intelligenti, si trasformano in energia positiva e adrenalina produttiva. In effetti, mai come a Nervesa della Battaglia - sebbene in Israele avesse vinto con estrema naturalezza - lo sprinter della Quick-Step Floors aveva palesato una superiorità così disarmante.

Per i velocisti restano adesso soltanto altri due appuntamenti: quello di Iseo mercoledì e poi, l’epilogo a Roma. Occasioni nelle quali Viviani potrà puntare al poker e se gli andasse bene nelle località lacustre, potrà pensare poi anche al pokerissimo. Sempre che, con la tranquillità e la serenità ritrovata, non vada a calare quella opportuna rabbia e adrenalina che sicuramente, in terra trivigiana, sono state le sue armi in più.

Foto Credit: LaPresse - D'Alberto / Ferrari / Paolone / Alpozzi

ORDINE D'ARRIVO:

  1 Elia Viviani (ITA) Quick Step Floors 3:56:25
  2 Sam Bennett (IRL) Bora - Hansgrohe s.t.
  3 Danny Van Poppel (NED) Lotto NL - Jumbo s.t.
  4 Sacha Modolo (ITA) EF Education First - Drapac s.t.
  5 Ryan Gibbons (RSA) Dimension Data s.t.
  6 Jean-Pierre 'Jempy' Drucker (LUX) BMC Racing Team s.t.
  7 Manuel Belletti (ITA) Androni Giocattoli - Sidermec s.t.
  8 Clément Venturini (FRA) AG2R - La Mondiale s.t.
  9 Baptiste Planckaert (BEL) Katusha - Alpecin s.t.
10 Jens Debusschere (BEL) Lotto - Soudal s.t.

l'ordine d'arrivo completo della tredicesima tappa

CLASSIFICA GENERALE:

  1 Simon Yates (GBR) Mitchelton - Scott 55:54:20
  2 Tom Dumoulin (NED) Sunweb 0:47
  3 Thibaut Pinot (FRA) Groupama - FDJ 1:04
  4 Domenico Pozzovivo (ITA) Bahrain - Merida 1:18
  5 Richard Antonio Carapaz Montenegro (ECU) Movistar 1:56
  6 George Bennett (NZL) Lotto NL - Jumbo 2:09
  7 Rohan Dennis (AUS) BMC Racing Team 2:36
  8 Pello Bilbao Lopez De Armentia (ESP) Astana 2:54
  9 Patrick Konrad (AUT) Bora - Hansgrohe 2:55
10 Fabio Aru (ITA) UAE Team Emirates 3:10

la classifica generale completa dopo la tredicesima tappa

Sullo Zoncolan sventola l'Union Jack

Dominio britannico sulla vetta più arcigna d'Europa. Un ritrovato Chris Froome se ne va ai meno 4 resistendo alla rimonta di Symon Yates, il connazionale in maglia rosa. Si difende ottimamente Tom Dumoulin che concede 37" al vincitore. Ancora una giornata no per Fabio Aru che lascia sul terreno oltre due minuti.Non c’erano dubbi sul fatto che lo Zoncolan avrebbe scritto un’altra pagina di grande ciclismo. In questa occasione sembra addirittura che il Giro possa riaprirsi e far rientrare nei giochi per la vittoria finale anche il vincitore di tappa Chris Froome. È vero che 3’10” da recuperare sulla maglia rosa rappresentano un distacco importante, ma è altrettanto vero che la tanto temuta terza settimana non è ancora iniziata e, cartina altimetrica alla mano, il meglio deve sempre arrivare. Ci arriveremo con una situazione di per sé molto fluida e ancora aperta a diverse soluzioni.

Non è una nota di poco conto il fatto che una figura imponente come Chris Froome possa, grazie all’impresa che lo ha visto protagonista sullo Zoncolan, inserirsi di nuovo tra i predenti al successo finale della corsa rosa. Tra l’altro, a fronte di una prima parte vissuta all’insegna della sfortuna più nera, con due incidenti che hanno sicuramente condizionato il suo rendimento, il britannico vincitore di quattro Tour de France rientra in gioco dopo aver palesato sulla salita più arcigna di questo Giro, una condizione che potrebbe essere equiparata a quella del connazionale in rosa. A proposito del quale, è inopportuno suscitare allarme, perché sulla montagna delle Alpi Carniche c'è qualcuno che dice di averlo notato più in affanno che nelle precedenti occasioni. Tale circostanza è scaturita esclusivamente dal fatto che, per la prima volta in questo Giro, Yates ha avuto da affrontare un avversario capace di sviluppare performance di quelle di cui è stato capace Froome sullo Zoncolan. Pertanto, il problema principale che si pone adesso alla maglia rosa, non è tanto il dubbio di essere calato di condizione, quanto piuttosto quello di avere di fronte e dover badare a un avversario in più, oltre al solito Dumoulin. Un avversario autorevolissimo quanto a curriculum ed esperienza; in grado come l’olandese, di poter far meglio di lui nella prova contro il tempo di martedì prossimo. Un contendente che potrebbe tornare poi a infastidirlo nelle tappe di montagna, assistito tra l’altro da un’ottima squadra. Ne ha dato prova soprattutto, sulle rampe dello Zoncolan, il compagno Wout Poels che si è dimostrato un affidabilissimo gregario, in grado di supportare il capitano in modo superlativo. Come pure Yates dovrà valutare che Tom Dumoulin, in una una frazione per lui avversa, per la quale non poteva fare altro che programmare una tattica in difesa, il gap di 37” concesso a Froome e i 31” persi dalla maglia rosa, non possono che rappresentare per lui un risultato più che apprezzabile. Qualcosa da valutare nella consapevolezza che la situazione, a rigor di logica, potrebbe ribaltarsi a suo favore nella cronometro da Trento a Rovereto.

Opportuno spendere anche due parole per Domenico Pozzovivo che zitto, zitto, sornione, sornione, è andato a prendersi un bel piazzamento (3°), che la dice lunga sul suo stato di forma e sulla sua regolarità di rendimento. Lo scalatore lucano ha concesso a Froome soltanto 23”, preferendo salire del suo passo. La sua classifica generale parla chiaro: 3° a 1’37” da Yates. Mantenere questa posizione fino a Roma sarebbe un risultato apprezzabilissimo per il corridore della Bahrain-Merida. Per come lo si sta vedendo tranquillo e disinvolto restare al fianco dei suoi avversari, tale obiettivo può risultare davvero alla sua portata.

Poi però ci sono anche quelli che escono sconfitti dalla frazione delle montagne della Carnia; alcuni dei quali in modo definitivo e irreversibile. Tra questi purtroppo, non si può non elencare il nome di Fabio Aru. Encomiabile il sardo, per grinta e tenacia. Due peculiarità che nessuno gli può disconoscere, ma assolutamente insufficienti a colmare una condizione precaria e inadeguata per poter sognare in rosa. Alla luce di queste conferme – purtroppo negative – che lo Zoncolan ha fatto pervenire a questo corridore al quale affidavamo più di tutti alla vigilia, le speranze italiche, sarà opportuno che quanto prima scaturiscano le risposte più opportune alle tante domande che il suo scarso rendimento va ponendo. Almeno un’analisi, che possa quanto meno evitare nell’immediato futuro, il ripetersi di certi errori che al momento lo stanno ponendo nettamente al di sotto di quel giovane e promettente corridore che tutti ebbero modo di apprezzare nelle sue ultime apparizioni al Giro d’Italia. Un’inversione di tendenza che potrebbe diventare preoccupante se dovesse persistere ancora.

Foto Credit: LaPresse - D'Alberto / Ferrari / Paolone / Alpozzi

ORDINE D'ARRIVO:

  1 Chris Froome (GBR) Sky Professional Cycling Team 5:25:31
  2 Simon Yates (GBR) Mitchelton - Scott 0:06
  3 Domenico Pozzovivo (ITA) Bahrain - Merida 0:23
  4 Miguel Angel López Moreno (COL) Astana 0:25
  5 Tom Dumoulin (NED) Sunweb 0:37
  6 Thibaut Pinot (FRA) Groupama - FDJ 0:42
  7 Wout Poels (NED) Sky Professional Cycling Team 1:07
  8 Sébastien Reichenbach (SUI) Groupama - FDJ 1:19
  9 Pello Bilbao Lopez De Armentia (ESP) Astana 1:35
10 Michael Woods (CAN) EF Education First - Drapac 1:43

l'ordine d'arrivo completo della quattordicesima tappa

CLASSIFICA GENERALE:

  1 Simon Yates (GBR) Mitchelton - Scott 61:19:51
  2 Tom Dumoulin (NED) Sunweb 1:24
  3 Domenico Pozzovivo (ITA) Bahrain - Merida 1:37
  4 Thibaut Pinot (FRA) Groupama - FDJ 1:46
  5 Chris Froome (GBR) Sky Professional Cycling Team 3:10
  6 Miguel Angel López Moreno (COL) Astana 3:42
  7 Richard Antonio Carapaz Montenegro (ECU) Movistar 3:56
  8 George Bennett (NZL) Lotto NL - Jumbo 4:04
  9 Pello Bilbao Lopez De Armentia (ESP) Astana 4:29
10 Patrick Konrad (AUT) Bora - Hansgrohe 4:43

la classifica generale completa dopo la quattordicesima tappa

Yates sempre più in rosa, conquista la terza vittoria di tappa

Ne è uscita fuori la tappa più bella di questo Giro d’Italia, edizione numero 101. Una corsa che sta regalando emozioni dalla sua partenza in Israele ma che, nella frazione tra le montagne della Carnia e le Dolomiti, ha offerto strade che per quanto non blasonate di storia e di fascino come molti dei grandi passi delle Alpi Orientali, hanno proposto il contesto ideale per far scaturire avvincenti testa a testa che alla fine hanno designato un unico mattatore: l’attuale maglia rosa Simon Yates.Il giovane britannico che, quanto a cuore e generosità, va dimostrando uno spirito latino, intrinseco più di coraggio e passionalità che di freddo pragmatismo tipico degli anglosassoni. Ancora una volta Yates ha inteso giocare d’attacco. Quello che nella sostanza, sembra essere diventato il suo stile e il suo marchio di fabbrica. Un atteggiamento che, va affermando, è frutto della circostanza. Rivolto ad accrescere il divario tra sé e chi lo precede in classifica generale. Quel Tom Dumoulin, vincitore lo scorso anno della corsa rosa, che sempre secondo il capitano della Mitchelton- Scott potrebbe rifilargli un distacco importante nella cronometro di dopodomani, da Trento a Rovereto, che seguirà il giorno di riposo.

Previsioni e timori che possono addirittura essere rimessi in discussione dopo quello che si è visto soprattutto nell’ascesa verso Sappada, dove la maglia rosa è riuscita addirittura ad aumentare il vantaggio sugli inseguitori. Un segnale chiaro sul quale riflettere, valutando che in una crono collocata nell’ultima settimana di una grande gara a tappe, la condizione e le forze ancora in serbo a un atleta possono prevalere su quelle che sono le attitudini naturali o la predisposizione verso una disciplina particolare. In questi 15 giorni di corsa si sono consumati tutti gli attributi per mettere in risalto le grandi e spettacolari prestazioni del giovane britanico. Lucido tra l’altro, al di là della propria passionalità agonistica, a saper scegliere i tempi giusti. Anche l’attacco portato sul Bosco dei Giavi ha confermato questa regola. Salvo per una brevissima pausa, lungo la salita verso Sappada, il vantaggio di Yates sugli avversari è andato sempre crescendo. In più, grazie alla sua temerarietà e al suo gioco all’attacco, è riuscito a scovare Chris Froome in affanno. Circostanza che ha costretto un po’ tutti a giocare a carte scoperte e palesare una volta di più gli effettivi valori in campo. Una situazione che è stato costretto a subire anche Tom Dumoulin. Sempre abile e lucido nel gestirsi ma, al cospetto dello scatenato leader , anche lui è stato costretto a uscire anzitempo allo scoperto. Del resto, sulle salite, al cospetto di gente che pedala forte come Yates, è chiaro che la strategia più opportuna per il forte passista olandese sia quella di correre in difesa. Simon Yates dimostra di essere un ottimo personaggio, per certi versi sui generis nel ciclismo moderno, troppo ossessionato da valori, tabelle e rigidi protocolli di allenamento. Un corridore che ci fa sentire meno orfani di Alberto Contador, che proprio sul traguardo di Sappada, la maglia rosa ha inteso imitare. Quando, appena sotto lo striscione, ha inteso festeggiare il successo andando a battere la mano sul cuore. Ovvio che non potesse copiare il grande campione spagnolo, nel lasciarsi andare al gesto del pistolero. Anche se, risultati alla mano, sta dimostrando di saper prendere bene la mira e colpire nel segno, quando anche lui di decide sparare. Molto più arrendevoli, gli altri pretendenti. Per i quali verrebbe da chiedersi: pretendenti a che cosa? Forse a un piazzamento. Perché se da un punto di vista tattico può anche essere concepibile un atteggiamento speculativo tendente a non concedere aiuti al preoccupato Dumoulin che vede sempre più allontanarsi Yates, non si capisce perchè, quando l’olandese va esaurendo le energie e non riesce a restare con il gruppo degli inseguitori, i suoi diretti avversari non cerchino di approfittare di questa situazione. Tutto questo avviene per pochissimi tratti, poi Pinot, Pozzovivo, Carapaz e Lopez preferiscono concedersi al punzecchiamento reciproco. Il risultato è che il battistrada riprende a guadagnare e più indietro Froome, sia pure in chiara sofferenza, riesce a tagliare il traguardo facendo segnare un distacco importante, ma anche sopportabile nei confronti di chi, maglia rosa a parte, lo sta precedendo in classifica generale. Per la cronaca, la tappa di Sappada, sarà raccontata anche per il cedimento definitivo di Fabio Aru. Il sardo non è mai apparso convincente in questo Giro nel quale un po’ tutti, lui compreso, andavano confidando di poterlo vedere al top soprattutto nell’ultima settimana. Le cose sono andate in ben altro modo. Inutile a questo punto infierire. Si rende necessaria un’analisi approfondita per capire che cosa non sia andato nel verso giusto, nel programma di avvicinamento alla corsa rosa, ormai da mesi indicato come il suo obiettivo prioritario. Tra poco lo scalatore di Villacidro compirà 28 anni e certe brusche battute d’arresto nell’età in cui è prevista invece l’opportuna maturazione da un punto di vista fisico e psicologico, possono creare dei traumi dai quali può risultare difficile riprendersi e subire pericolose sudditanze. Sarà opportuno che tutto il suo ambiente sappia stringersi intorno a lui e proteggerlo. Evitando però di coccolarlo. Forse Aru potrebbe aver pagato troppo questo eccesso di affetti e di attenzioni che hanno reso più difficoltosi certi recuperi che inevitabilmente, gli vanno a compromettere i suoi avvicinamenti agli appuntamenti stagionali più importanti.

Foto Credit: LaPresse - D'Alberto / Ferrari / Paolone / Alpozzi

ORDINE D'ARRIVO:

  1 Simon Yates (GBR) Mitchelton - Scott 4:37:56
  2 Miguel Angel López Moreno (COL) Astana 0:41
  3 Tom Dumoulin (NED) Sunweb 0:41
  4 Domenico Pozzovivo (ITA) Bahrain - Merida 0:41
  5 Richard Antonio Carapaz Montenegro (ECU) Movistar 0:41
  6 Thibaut Pinot (FRA) Groupama - FDJ 0:41
  7 Alexandre Geniez (FRA) AG2R - La Mondiale 1:20
  8 Davide Formolo (ITA) Bora - Hansgrohe 1:20
  9 Pello Bilbao Lopez De Armentia (ESP) Astana 1:20
10 Sam Oomen (NED) Sunweb 1:20

l'ordine d'arrivo completo della quindicesima tappa

CLASSIFICA GENERALE:

  1 Simon Yates (GBR) Mitchelton - Scott 65:57:37
  2 Tom Dumoulin (NED) Sunweb 2:11
  3 Domenico Pozzovivo (ITA) Bahrain - Merida 2:28
  4 Thibaut Pinot (FRA) Groupama - FDJ 2:37
  5 Miguel Angel López Moreno (COL) Astana 4:27
  6 Richard Antonio Carapaz Montenegro (ECU) Movistar 4:47
  7 Chris Froome (GBR) Sky Professional Cycling Team 4:52
  8 George Bennett (NZL) Lotto NL - Jumbo 5:34
  9 Pello Bilbao Lopez De Armentia (ESP) Astana 5:59
10 Patrick Konrad (AUT) Bora - Hansgrohe 6:13

la classifica generale completa dopo la quindicesima tappa

Yates si difende nella crono, si fa dura adesso per i suoi avversari

La tanto attesa cronometro di 34,2 Km da Trento a Rovereto ha espresso come dalle attese, verdetti importanti. Importanti ma non definitivi. Motivo per cui le tre tappe di montagna che si susseguiranno tra giovedì e sabato, potranno incidere sensibilmente su quella che sarà l’ultima parte della sfida per la conquista della maglia rosa.

L’amarezza di Rohan Dennis a Gerusalemme nella prima frazione, nel giorno in cui, per l’inezia di 2” ha dovuto cedere in extremis la vittoria al campione del mondo della specialità Tom Dumoulin, si è trasformata con il prosieguo del Giro, in momenti di grande soddisfazione sfociati nella conquista della maglia rosa e successivamente, col trionfo nella crono individuale nella Valle dell’Adige. Un successo nel quale il forte passista australiano è riuscito a mettersi dietro Tony Martin (-14”) e Tom Dumoulin (-22”). A questo punto però, incomincia un’altra storia. Una storia parallela legata alla classifica generale e più in particolare, alla conquista del simbolo del primato. Non aveva mai fatto mistero Simon Yates, di temere in modo particolare questa crono. Un timore rivolto soprattutto nei confronti di Tom Dumoulin. Sul quale, dall’Etna in poi, ha sempre cercato di incrementare secondi di vantaggio. Il testa a testa si è concluso come da previsione, a favore del corridore olandese, che in classifica generale è stato capace di recuperare 1’15” alla maglia rosa. Un bottino che sulla carta potrebbe apparire non sufficiente per ribaltare i giochi. Simon Yates ha realizzato una buona prestazione contro il tempo, in linea con quelle che al momento sembrano essere le sue potenzialità per prove di questo tipo. Se la condizione continuerà a sorreggerlo, i 56” potrebbero bastare per le sue ambizioni rosa. A parte l’arrivo di domani a Iseo, e l’epilogo domenica prossima a Roma, la corsa ha ancora da offrire tre frazioni di montagna per gli eventuali scontri al vertice. Terreni che, da quanto si è visto, dovrebbero favorire l’attuale leader, anziché il capitano del team Sunweb.

Concedere al suo primo rivale 75 secondi, equivalenti all’incirca 2” a chilometro, sta a significare che la lucidità e la forma del britannico sono ancora ottimali e non ci sarebbe nulla di sorprendente se così come ha fatto finora, il corridore della Mitchelton-Scott provasse a infierire ulteriormente sugli altri contendenti, sfruttando il terreno amico. Scontri al vertice che, dopo la giornata non certo ottimale di domenica scorsa, potrebbero riproporre tra i protagonisti anche Chris Froome, autore di una buona cronometro. Il 5° posto ottenuto e il distacco minimo accusato nei confronti dell’australiano vincitore (-35”), possono essere in effetti la prova di una condizione non malvagia, che evidenzia dei recuperi rispetto alle precarietà che il vincitore di 4 Tour ha palesato nelle tappe appenniniche. Del resto, al di là della migliore predisposizione a discipline come la cronometro rispetto al connazionale Yates, Froome ha recuperato terreno importante sul leader (1’01”) e il suo ritardo in classifica generale (-3’50”) lo pone adesso a ridosso del podio. Dietro a un ancora sorprendente Domenico Pozzovivo (che concede 3’11” alla maglia rosa), e davanti a Thibaut Pinot (5° a 4’19” dal leader, nella classifica a tempi). Entrambi autori di una prova abbastanza opaca. In particolar modo il francese che ha concesso oltre tre minuti al vincitore, dando l’idea che l’ottima condizione che lo sta accompagnando dal Tour of the Alps in poi, rischi di abbandonarlo proprio in questa ultima, difficile settimana. Per la cronaca, ci si deve soffermare anche sulla serie di squalifiche subite dal team UAE Emirates. Dopo aver acclamato e gioito per le ottime prestazioni fornite da Diego Ulissi e Fabio Aru, ecco più tardi arrivare la doccia fredda delle sanzioni applicate da parte della giuria a questi due atleti e, per la medesima infrazione, ha fatto ammenda anche a Valerio Conti. A questi, sempre in merito a tali sanzioni, motivate per “mancato rispetto da parte dei corridori delle distanze e degli scostamenti previsti – Scia”, sono stati aggiunti anche Ben Hermans e Remi Cavagna. Limitiamoci a dare la notizia. I giudici, avvalendosi della VAR, avranno avuto modo di analizzare la situazione con estrema precisione. Tale da prendere le decisioni sanzionatorie con l’opportuna fondatezza di motivazioni.

Foto Credit: LaPresse - D'Alberto / Ferrari / Paolone / Alpozzi

ORDINE D'ARRIVO:

  1 Rohan Dennis (AUS) BMC Racing Team 40:00
  2 Tony Martin (GER) Katusha - Alpecin 0:14
  3 Tom Dumoulin (NED) Sunweb 0:22
  4 Jos Van Emden (NED) Lotto NL - Jumbo 0:27
  5 Chris Froome (GBR) Sky Professional Cycling Team 0:35
  6 Alex Dowsett (ENG) Katusha - Alpecin 0:40
  7 Chad Haga (USA) Sunweb 0:47
  8 Fabio Aru (ITA) UAE Team Emirates 0:57
  9 David De La Cruz Melgarejo (ESP) Sky Professional Cycling Team 1:01
10 Vasil Kiryienka (BLR) Sky Professional Cycling Team 1:04

l'ordine d'arrivo completo della sedicesima tappa

CLASSIFICA GENERALE:

  1 Simon Yates (GBR) Mitchelton - Scott
  2 Tom Dumoulin (NED) Sunweb
  3 Domenico Pozzovivo (ITA) Bahrain - Merida
  4 Chris Froome (GBR) Sky Professional Cycling Team
  5 Thibaut Pinot (FRA) Groupama - FDJ
  6 Rohan Dennis (AUS) BMC Racing Team
  7 Miguel Angel López Moreno (COL) Astana
  8 Pello Bilbao Lopez De Armentia (ESP) Astana
  9 Richard Antonio Carapaz Montenegro (ECU) Movistar
10 George Bennett (NZL) Lotto NL - Jumbo

la classifica generale completa dopo la sedicesima tappa

La crono di Gerusalemme esalta l'ultima maglia rosa

Le certezze di Dumoulin, i punti di domanda dei suoi avversari

Ancora Tom Dumoulin. Aveva lasciato il Giro del Centenario festeggiante, meno di un anno fa in Piazza del Duomo a Milano, a godere di quel successo che lo poneva quale primo corridore olandese, trionfatore della corsa rosa. Aggiudicandosi la prima tappa dell’edizione 2018, il campione del team Sunweb si rende protagonista di un’ottima prova contro il tempo, riconquistando subito il simbolo del primato. Nel suo intervento a caldo, Dumoulin dichiara di vivere alla giornata, senza fare troppi calcoli. Nella consapevolezza che in tre settimane ci sarà da scrivere una storia lunga nella quale ci potranno stare colpi di scena e capovolgimenti di fronte. Nel frattempo però il corridore olandese incassa una prestazione che la dice lunga sul suo eccellente stato di forma. Una consapevolezza importante per chi come lui, fino ad oggi, aveva dato l’impressione di giocare a nascondersi. Centellinando al massimo le proprie uscite agonistiche. Adesso, circostanza non certo secondaria, può valutare con soddisfazione i consistenti ritardi accusati dai suoi principali avversari, per quanto concerne le ambizioni rivolte alla classifica generale: 33” da Pinot, 37” da Froome, 50” da Aru e 56” da Lopez. Tenendo conto che tali distacchi sono stati consumati su una prova di 9.700 metri.
È vero che a questo punto possono sussistere anche alcune domande sul fatto che una maglia rosa indossata così presto, possa risultare troppo pesante per le spalle di chi ambisce al successo finale e se tale circostanza comporti del lavoro supplementare per un team che già lo scorso anno dimostrò i propri limiti proprio nell’ultima settimana di corsa. C’è da dire però che anche se sulla carta le due tappe in linea in terra di Israele sembrano privilegiare i velocisti, chi nutre ambizioni di successo finale non potrà certo nascondersi nelle retrovie. Con o senza il simbolo del primato addosso, la musica non cambia. Le attenzioni non sono mai troppe e il nervosismo per aggiudicarsi i primi sprint, abbinati a temperature non troppo usuali per questi tempi, così come i palcoscenici sui quali si consumeranno le sfide agonistiche (domenica i corridori affronteranno il deserto), con le insidie del vento, imporranno ai vari protagonisti attenzioni supplementari. Non sarà pertanto il simbolo del primato a imporre un dispendio supplementare di energie. Anche perché, è scontato che se Dumoulin dovesse anche rischiare di cedere la maglia rosa a figure contingenti, al di fuori dei suoi più diretti avversari, difficilmente si impegnerebbe in una strenua e dispendiosa difesa. Al momento attuale l’ultimo trionfatore del Giro e campione del mondo in carica della cronometro, porta a casa a pieno titolo il primo round di una confronto difficile e insidioso quanto si vuole ma che, per quanto lo riguarda, lo pone su una posizione più serena rispetto ai suoi principali antagonisti. Alcuni dei quali si trovano subito alle prese con importanti punti di domanda. Froome e Lopez devono capire le conseguenze e gli strascichi di quelle sfortunate, quanto inopportune cadute, capitate loro nelle fasi di riscaldamento alla crono. Fabio Aru da parte sua, dovrà interrogarsi sui perché, a fronte di un percorso che in certe parti poteva stimolare anche gli scalatori, abbia fornito una prestazione abbastanza al di sotto di gente come il compagno di squadra Valerio Conti o di altri scalatori quali Domenico Pozzovivo. Entrambi dotati di caratteristiche peculiari alle sue. Un’analisi necessaria, non tanto per l’effettiva consistenza dei secondi lasciati sul campo, quanto piuttosto per capirne le cause. Comprendere se quell’agognato cambio di ritmo in grado di esaltare le proprie qualità e di consentirgli di fare l’effettiva differenza tra sé e i suoi avversari, resti una chimera. O se, dopo gli estenuanti allenamenti di fine inverno e inizio primavera, tale obiettivo possa essere a portata di mano. Tutta una serie di domande che al momento, a sfida appena iniziata, contribuiscono a rendere tale sfida ancora più intrigante. In attesa di vedere e valutare nel frattempo, che cosa saranno in grado di proporre le altre due tappe che ci aspettano in Terrasanta.

ORDINE D'ARRIVO:

  1. Tom Dumoulin (NED) Sunweb 12:02
  2. Rohan Dennis (AUS) BMC Racing Team 0:02
  3. Victor Campenaerts (BEL) Lotto - Soudal 0:02
  4. José Isidro Maciel Gonçalves (POR) Katusha - Alpecin 0:12
  5. Alex Dowsett (ENG) Katusha - Alpecin 0:16
  6. Pello Bilbao Lopez De Armentia (ESP) Astana 0:18
  7. Simon Yates (GBR) Mitchelton - Scott 0:20
  8. Maximilian Schachmann (GER) Quick Step Floors 0:21
  9. Tony Martin (GER) Katusha - Alpecin 0:27
10. Domenico Pozzovivo (ITA) Bahrain - Merida 0:27

l'ordine d'arrivo completo della prima tappa

CLASSIFICA GENERALE:
  1. Tom Dumoulin (NED) Sunweb 12:02
  2. Rohan Dennis (AUS) BMC Racing Team 0:02
  3. Victor Campenaerts (BEL) Lotto - Soudal 0:02
  4. José Isidro Maciel Gonçalves (POR) Katusha - Alpecin 0:12
  5. Alex Dowsett (ENG) Katusha - Alpecin 0:16
  6. Pello Bilbao Lopez De Armentia (ESP) Astana 0:18
  7. Simon Yates (GBR) Mitchelton - Scott 0:20
  8. Maximilian Schachmann (GER) Quick Step Floors 0:21
  9. Tony Martin (GER) Katusha - Alpecin 0:27
10. Domenico Pozzovivo (ITA) Bahrain - Merida 0:27

la classifica generale completa dopo la prima tappa

La rosa perde i petali nel giorno di Schachmann

La conferma della teoria che per fare la differenza non servono le grandi pendenze. L’arrivo a Pratonevoso, un traguardo non inedito per il Giro d’Italia, che dieci anni fa fu sede di tappa del Tour de France, veniva equiparato per difficoltà, a quello del Santuario di Montevergine. Luogo nel quale, l’edizione 101 della corsa rosa aveva fatto arrivo in occasione dell’8a tappa. Un’analogia, per spiegare un finale impegnativo, ma non impossibile; al cospetto delle altre due tappe di montagna che saranno affrontate tra domani e dopodomani. Tanto però è bastato per vedere per la prima volta in crisi la maglia rosa Simon Yates, che in poco più di 1.500 metri ha visto dimezzare il proprio vantaggio in classifica generale nei confronti di Dumoulin.Fortuna per lui che non sono entrati in gioco gli abbuoni, perché oggi finalmente, la fuga ce l’ha fatta ad andare all’arrivo. Dei 12 uomini partiti tra i primi 25 Km di corsa, si sono affrontati nel testa a testa finale tre corridori, transitati in quest’ordine, sul traguardo di Pratonevoso: Maximilian Schachmann, Ruben Plaza e il nostro Mattia Cattaneo, che potrebbe nutrire il dubbio di aver sbagliato tatticamente qualcosa negli ultimi chilometri. Il corridore dell’Androni Giocattoli-Sidermec è apparso attendista in certe fasi, alternando attacchi a sorpresa che alla fine gli hanno riempito le gambe di acido lattico. Compromettendo inevitabilmente la sua reazione nel momento decisivo. Resta il fatto che il vincitore Maximilian Schachmann, del quale già alla vigilia della partenza del Giro il suo diesse alla Quick-Step Floors, Davide Bramati, ebbe modo di spendere parole elogiative nei suoi confronti, è stato colui che tra i battistrada, ha sempre dimostrato il miglior colpo di pedale. Come dire che, alla luce dei fatti, e soprattutto delle forze in campo, alla fine ha poi vinto il migliore.

Resta invece da capire chi, tra gli uomini di classifica, risulti essere a questo punto il migliore. Capire l’entità della crisi palesata della maglia rosa Yates, apparso in prima battuta ottimamente reattivo nel rispondere all’attacco di Dumoulin, ma poi, pochi metri più tardi, decisamente deficitario nel rispondere a quello di Froome e alle reazioni dell’olandese e di Pozzovivo. Valutare se il deficit accusato sul traguardo di Pratonevoso possa essere archiviato come un episodio sporadico che può capitare nel corso delle tre settimane di gara. Oppure – e in questo caso sarebbero dolori per il britannico – come un preoccupante segnale di allarme per chi in questo Giro non ha mai inteso correre al risparmio, preferendo l'opzione di vivere alla giornata, sfruttando l’ottima condizione. Nel tentativo, da parte di Yates mai nascosto, di incamerare più secondi possibili tra sé e il campione del mondo della cronometro. Nel timore mai sopito, di essere costretto a concedergli troppo tempo nella crono trentina, da Trento a Rovereto. Il britannico ha dunque interpretato la sua corsa con un mix di eccessiva spavalderia manifestata sul terreno amico, allo scopo di poter difendersi dalle eccessive paure indotte da una disciplina quale la prova contro il tempo, che raramente gli aveva concesso segnali confortanti. Alla fine però, l’attuale maglia rosa si ritrova adesso a rischiare proprio sul terreno amico. Quel terreno grazie al quale ha potuto sviluppare le sue ottime performances, che gli hanno consentito di vestire per 13 giorni il simbolo del primato. Una sfida che potrebbe improvvisamente riaprirsi anche per chi, condizionato dall’assoluta superiorità del giovane alfiere del team Mitchelton-Scott, si era già rassegnato ad abbassare le pretese, limitandole alla conquista del podio. Ritenendo ormai l'obiettivo maglia rosa, una chimera effimera e irrealizzabile.Sarebbe infatti limitativo a questo punto,  valutare il contesto del confronto ai soli Yates e Dumoulin. Se è vero che l’olandese ha recuperato 28” sull’avversario in un tratto brevissimo, è altrettanto vero che sul traguardo, il suo volto lo faceva apparire nettamente più stanco e stravolto rispetto a Froome e Pozzovivo. Come pure oggi, è apparso molto brillante Miguel Angel Lopez, che dalla tappa dello Zoncolan si fa notare per essere in forte e costante recupero. Salendo verso Pratonevoso il colombiano in maglia bianca è stato costretto a giocare d’anticipo, obbligato a rispondere a un attacco di Richard Carapaz, l’ecuadoregno che lo precede nella classifica dei giovani. Quello di anticipare i tempi è un atteggiamento che in corsa può capitare molto spesso. Purtroppo però, può succedere che il risultato che si ottiene sia l’opposto di quello che prefigurava l’intento. Quel tempo inizialmente guadagnato, può anche trasformarsi nell'evoluzione della gara, in ritardo accusato. Una precisazione dovuta, per indicare il rischio che sovente nasconde, una strategia votata all'eccessivo agonismo, nei finali in salita. Il giovane colombiano però, è arrivato alla terza settimana con uno stato di forma che sembra davvero eccellente e, se si escludono i corridori che facevano parte della fuga iniziale, Lopez è stato il primo del gruppo inseguitore ad avere tagliato il traguardo. Non per nulla, il suo bilancio giornaliero parla di 43” guadagnati sulla maglia rosa e di 15” recuperati nei confronti di Pozzovivo, Dumoulin e Froome. In classifica generale il corridore dell’Astana occupa attualmente la 6a posizione, accusando un distacco dal leader di 4’54”. Lo precede di appena 30” il francese Thibaut Pinot, apparso anche oggi in affanno, avendo raggiunto il traguardo 5” dopo la maglia rosa.Se la condizione continuerà a sorreggerlo, è ipotizzabile che il giovane sudamericano vorrà approfittare delle prossime due tappe per attaccare e risalire ancora in classifica generale. Ponendosi a quel punto quale valido alleato di chi vorrà attuare atteggiamenti belligeranti. Forse lo stesso Froome, che dopo qualche colpo a vuoto accusato nella tappa di Sappada, sembra ritornato a ottimi livelli. L’ultimo vincitore di Tour e Vuelta ha la consapevolezza di disporre di una squadra validissima ed esperta, in grado di supportare le sue velleità. Tra le quali a questo punto, potrebbe rientrare anche l’ambizione di vincere il Giro. Un’ambizione che anche per Pozzovivo potrebbe apparire come possibilità remota, ma non impossibile. Se da una parte è chiaro come il lucano stia correndo con estrema prudenza e non abbia mai tentato di sbilanciarsi più di tanto nelle sue azioni, è pur vero che dal primo giorno di gara è stato molto regolare nel rendimento, senza mai dare nessun cenno di cedimento. Come lui stesso ha ammesso nell’immediato dopo corsa, la sua condizione è ottimale anche sotto il profilo psicologico. Anche se, è bene ricordare, e scorrendo la classifica generale lo si può intuire meglio, dovrà fare attenzione a Froome che potrebbe insidiargli il podio, nel caso lui non riuscisse a recuperare sui primi due della classifica.
In sintesi, prima della lunga trasferta verso Roma, dove il Giro vivrà la sua apoteosi, ci aspettano due frazioni nelle quali potrà succedere di tutto. Anche rovesciare completamente quello che fino a ieri sembrava l’esito abbastanza scontato di un romanzo partito tre settimane fa dalla terra d'Israele.

Foto Credit: LaPresse - D'Alberto / Ferrari / Paolone / Alpozzi

ORDINE D'ARRIVO:

  1 Maximilian Schachmann (GER) Quick Step Floors 4:55:42
  2 Rubén Plaza Molina (ESP) Israel Cycling Academy 0:10
  3 Mattia Cattaneo (ITA) Androni Giocattoli - Sidermec 0:16
  4 Christoph Pfingsten (GER) Bora - Hansgrohe 1:10
  5 Marco Marcato (ITA) UAE Team Emirates 1:26
  6 Michael Mørkøv (DEN) Quick Step Floors 1:36
  7 Viatcheslav Kuznetsov (RUS) Katusha - Alpecin 1:52
  8 Jos Van Emden (NED) Lotto NL - Jumbo 3:22
  9 Alex Turrin (ITA) Wilier Triestina - Selle Italia 3:29
10 Davide Ballerini (ITA) Androni Giocattoli - Sidermec 5:09

l'ordine d'arrivo completo della diciottesima tappa

CLASSIFICA GENERALE:

  1 Simon Yates (GBR) Mitchelton - Scott 75:06:24
  2 Tom Dumoulin (NED) Sunweb 0:28
  3 Domenico Pozzovivo (ITA) Bahrain - Merida 2:43
  4 Chris Froome (GBR) Sky Professional Cycling Team 3:22
  5 Thibaut Pinot (FRA) Groupama - FDJ 4:24
  6 Miguel Angel López Moreno (COL) Astana 4:54
  7 Rohan Dennis (AUS) BMC Racing Team 5:09
  8 Pello Bilbao Lopez De Armentia (ESP) Astana 5:54
  9 Richard Antonio Carapaz Montenegro (ECU) Movistar 5:59
10 Patrick Konrad (AUT) Bora - Hansgrohe 7:05

la classifica generale completa dopo la diciottesima tappa

Chris Froome nella leggenda

Tutti ne parlavano, tutti la temevano, e alla fine la terza settimana si è fatta davvero sentire. Attraverso soprattutto, con quella che era stata un po’ da tutti annunciata come la tappa più importante; la frazione che proponeva la Cima Coppi sul Colle delle Finestre e poi l’arrivo sul Jafferau, la montagna che sovrasta Bardonecchia. Una frazione importante per le difficoltà proposte, ma comunque, assolutamente niente di inedito per il Giro d’Italia. Di inedito c’è stata invece la grandissima impresa della quale si è reso protagonista un motivatissimo e determinato Chris Froome. Resta poco da scoprire di un corridore che in carriera è stato capace di vincere 4 Tour de France e 1 Vuelta Espana. Ciò di cui però è stato capace di fare nella sua infinita cavalcata nelle Alpi Cozie dai versanti piemontesi, oltre che di inedito per lui, rappresenta qualcosa che apparterrà per sempre alla storia e alla leggenda del ciclismo. Volendo contestualizzare negli ultimi 50 anni l’impresa del fuoriclasse del team Sky, potremmo paragonarla a qualcosa di cui sono stati capaci di realizzare in carriera soltanto Merckx e Hinault. Inserendo in tale contesto, anche l’impresa di Pantani sul traguardo di Les Deux Alpes.Dopo ciò che si era visto ieri sul traguardo di Pratonevosto, poteva anche essere ipotizzabile che Froome decidesse di uscire allo scoperto per valutare la condizione del connazionale in maglia rosa. Come pure poteva essere ipotizzabile anche un suo attacco, da lanciare anche nei confronti di Tom Dumoulin, che stamattina in classifica generale accusava un gap da Yates di appena 26”. Insomma, niente di fantomatico l’ipotesi che se Froome avesse sentito la gamba giusta, avrebbe provato un’azione anche a rischio, pur di rientrare nei giochi per la maglia rosa. A rischio non voleva dire attendere gli ultimi chilometri del Jafferau, quanto piuttosto, provarci già sullo sterrato delle Finestre a creare una selezione che metro dopo metro, potesse togliere dai giochi i suoi principali avversari.Così è stato in effetti. Solo che, quando Froome ha deciso di provarci, mancavano più di 80 chilometri al traguardo. In quel momento c’era da affrontare metà salita della montagna dove l’edizione 101 del Giro aveva posto la vetta da dedicare al “campionissimo”, il tratto in salita verso il Sestriere e la relativa discesa, e poi ancora, l’insidioso falsopiano - soggetto spesso al vento che spira in senso opposto – che porta a Bardonecchia. Per cui, ci poteva anche stare che a seconda di come si sviluppasse l’azione, il battistrada solitario potesse anche essere raggiunto dagli immediati inseguitori. Un piccolo manipolo di 5 uomini, composto da Tom Dumoulin, Thibaut Pinot, Richard Carapaz, Sébastien Reichenbach e Miguel Angel Lopez. Niente di tutto questo invece. In considerazione che il suo vantaggio è andato sviluppandosi attraverso una crescita costante, il keniano bianco ha inteso correre con la medesima spavalderia esibita fino a domenica scorsa dall’ex leader Simon Yates, oggi però apparso subito in affanno già dai primi tornanti del Finestre e scivolato poi nelle retrovie. Costretto a dire addio ai sogni rosa che al termine della crono di Rovereto sembravano ormai per lui, quasi del tutto esenti da minacce particolari. Tanto è vero che a tale proposito, erano in molti a sbilanciarsi a tale riguardo, con la seguente affermazione «il Giro lo può perdere soltanto lui». Un’affermazione vera solo in parte. Con il suo attacco, coraggioso, temerario e spregiudicato, Chriss Froome ha tolto anzitempo dai giochi molti dei protagonisti più attesi. Condannandoli con la sua azione, all’oblio; molto prima che ci si potesse rendere conto dell’efficacia in termini di risultato, di ciò che avesse potuto effettivamente produrre quell’iniziativa portata avanti con tanta veemenza dal capitano del team Sky. In effetti, se anche Froome avesse ceduto poi sul Sestriere o sul Jafferau, le sorti dell’ormai ex maglia rosa Yates o di Pozzovivo, sarebbero state comunque compromesse.Il fatto è che il battistrada non ha ceduto. La sua azione si è evoluta attraverso un accumulo progressivo di vantaggio, tale da conquistare alla fine, la tanto agognata maglia rosa. Vuoi per la stanchezza, vuoi per la mancata collaborazione dei sudamericani, Froome è riuscito a monetizzare al massimo la sua intraprendenza, affidata al cuore, ma non solo. É vero che nell’impresa del Finestre e company si è visto solo in parte il solito monologo del team Sky nell’imporre il ritmo. Un atteggiamo che la formazione britannica ha attuato soltanto nella prima parte dell’ascesa alla “Cima Coppi”. Poi, è entrato di scena l’interprete principale che sul traguardo, consapevole dell’eccezionale gesto atletico, non ha esitato a riconoscere quella appena conclusa, come la più bella e la più importante impresa della sua carriera.

In un continuo crescendo di emozioni e di infiniti coup de théâtre, alla vigilia dell’ultima tappa di montagna che porterà la corsa rosa da Susa a Cervinia, non possiamo assolutamente rassegnarci a valutare il verdetto uscito dalla tappa numero 19, come qualcosa di definitivo. Se Froome è stato superlativo, Dumoulin si è difeso con i denti e 40” rappresentano un gap che può essere recuperato anche perché, pur riconoscendo l’indubbio valore dell’attuale leader, ciò a cui abbiamo assistito da Venaria Reale a Bardonecchia, rappresenta qualcosa al di fuori degli schemi, per cui ipotizzare le reazioni che seguiranno a tanta fatica atletica e psicologica tra meno di 24 ore , può rappresentare un’incognita sulla quale, alla luce di quanto abbiamo assistito in questo Giro emozionante come pochi, nessuno può sbilanciarsi. Nei 214 Km che separano Susa da Cervinia potrà starci di tutto.

Oltre che per l’impresa di Froome, la tappa di oggi sarà ricordata anche per l’abbandono di Fabio Aru. Purtroppo in queste settimane si è parlato già abbastanza del talento sardo e gli argomenti purtroppo, non hanno mai avuto per oggetto le buone prestazioni. Uno stop che forse avrebbe potuto essere anticipato già alla vigilia dell’ultimo giorno di riposo, al fine di trovarsi più in avanti con i riscontri e le analisi dalle quali ripartire poi per un suo auspicato effettivo e completo recupero.

Più difficile invece, realizzare che tra i primi 10 della generale non figura più il nome del corridore che più di tutti aveva entusiasmato in questo Giro. Quel Simon Yates che dopo aver palesato una crisi evidente e purtroppo irreversibile, non appena la Sky ha forzato il ritmo, è poi giunto sul traguardo accusando un distacco di 38’31” dal vincitore di tappa che gli ha tolto il simbolo del primato. Il suo attuale piazzamento nella generale è il 18°; il suo gap dall’attuale maglia rosa è di 35’42”. Aveva davvero ragione chi invitava a fare attenzione, soprattutto alla terza settimana.

Foto Credit: LaPresse - D'Alberto / Ferrari / Paolone / Alpozzi

ORDINE D'ARRIVO:

  1 Chris Froome (GBR) Sky Professional Cycling Team 5:12:26
  2 Richard Antonio Carapaz Montenegro (ECU) Movistar 3:00
  3 Thibaut Pinot (FRA) Groupama - FDJ 3:07
  4 Miguel Angel López Moreno (COL) Astana 3:12
  5 Tom Dumoulin (NED) Sunweb 3:23
  6 Sébastien Reichenbach (SUI) Groupama - FDJ 6:13
  7 Davide Formolo (ITA) Bora - Hansgrohe 8:22
  8 Sam Oomen (NED) Sunweb 8:23
  9 Patrick Konrad (AUT) Bora - Hansgrohe 8:23
10 Pello Bilbao Lopez De Armentia (ESP) Astana 8:23

l'ordine d'arrivo completo della diciannovesima tappa

CLASSIFICA GENERALE:

  1 Chris Froome (GBR) Sky Professional Cycling Team 80:21:59
  2 Tom Dumoulin (NED) Sunweb 0:40
  3 Thibaut Pinot (FRA) Groupama - FDJ 4:17
  4 Miguel Angel López Moreno (COL) Astana 4:57
  5 Richard Antonio Carapaz Montenegro (ECU) Movistar 5:44
  6 Domenico Pozzovivo (ITA) Bahrain - Merida 8:03
  7 Pello Bilbao Lopez De Armentia (ESP) Astana 11:08
  8 Patrick Konrad (AUT) Bora - Hansgrohe 12:19
  9 George Bennett (NZL) Lotto NL - Jumbo 12:35
10 Sam Oomen (NED) Sunweb 14:18

la classifica generale completa dopo la diciannovesima tappa

Nieve si impone a Cervinia, il Giro è di Froome

La testa e il cuore c’erano, ma le gambe ormai, quello che avevano da dare lo avevano già dato. Nell’ultima tappa di montagna, quella con l’arrivo previsto ai piedi del Cervino, il terreno per Dumoulin per tentare un assalto disperato alla maglia rosa c’era tutto. L’olandese del resto, ha voluto provarci quando al traguardo mancavano circa 8 Km. Non si è fermato a quel tentativo, ma ha insistito provandoci altre tre o quattro volte. I 40” che lo separavano dalla maglia rosa Chris Froome, non rappresentavano sulla carta un distacco abissale e dopo gli sforzi di ieri, le reazioni potevano non essere così scontate. Motivo per cui il vincitore del Giro dello scorso anno non ha voluto lasciare nulla di intentato. Nessun rimpianto avrebbe dovuto accompagnare un onorevole 2° posto, conseguito dietro a chi, tra l’altro, si era reso ieri protagonista di una cavalcata solitaria epocale. Capace di accostarlo ai grandi miti della storia del ciclismo.

La 20a tappa si è concessa alla fuga. Contraddicendo una tendenza che è valsa fino al traguardo di Pratonevoso. Un tentativo che ha sicuramente ricevuto la benedizione del leader, che con tanti uomini in avanscoperta ha potuto evitare che i secondi di abbuono posti sui traguardi volanti stuzzicassero l’appetito di Tom Dumoulin. Tra tutti, l’unico avversario che potesse preoccuparlo ancora in classifica generale. L’attacco inizia al km 22, portato avanti da cinque atleti sui quali circa 17 Km dopo si portano altri 22 corridori. Un plotone di battistrada composto da ben 27 unità, in rappresentanza a grandi linee, di un po’ tutto il gruppo. Motivo per cui, già sul primo dei 3 GPM previsti nell’ultima frazione alpina, il vantaggio degli attaccanti supera ampiamente i 5 minuti. La corsa si decide però sul secondo valico, il Col Saint Pantaléon, posto al Km. 186, a 1664 metri slm. Sulla salita di questo colle se ne va da solo lo spagnolo Nieve che sulle prime rampe aveva preso il largo in compagnia di Grossschartner e Brambilla. Da lì in poi, lo spagnolo già vincitore in passato di 2 tappe al Giro (Gardeccia nel 2011 e Cividale 2016), si esibisce in un assolo fino a Cervinia. Dietro di lui, prima dell’arrivo del gruppo della maglia rosa, arrivano alla spicciolata 4 ex compagni di fuga. Nell’ordine, Gesink a 2’17”; Grossschartner a 2’42”; Ciccone a 3’45” e Brambilla a 5’49”.

Sullo stesso tratto di salita, si consuma il “dramma” che vede protagonista il francese Thibaut Pinot. Lo avevamo lasciato felicissimo ieri per avere conquistato il podio ed oggi, l’ultima tappa di montagna lo respinge sonoramente, chiedendogli conto delle fatiche del giorno precedente. Sarà di 45’32” il ritardo dal vincitore Nieve, che farà registrare al suo arrivo, . Dalla conquista del podio, la sua posizione in classifica generale è scivolata al 16° posto; a oltre 43 minuti da Froome. Lo stesso Dumoulin, apparso sempre lucido dalla prima tappa e tra tutti certamente, quello più costante nel rendimento, si è visto costretto a cedere altri 6” alla maglia rosa.

Per il disegno del percorso, ma anche per come è stato interpretato, l’edizione 101 del Giro d’Italia si è rivelata durissima ed estremamente impegnativa. Una corsa che abbiamo analizzato tappa per tappa ma alla fine, è stata soprattutto la frazione di Bardonecchia a disegnare la classifica generale definitiva. Un Giro che ha avuto tanti protagonisti, ma che alla fine si concede al sorriso e alla gioia di Chris Froome. Sul successo del britannico e sull’importanza di questa vittoria nel contesto di una carriera eccezionale ci sarà tempo per parlarne. Domani Roma accoglierà i valorosi superstiti che dopo tante battaglie vedranno riconosciuti gli onori proprio nella città eterna. Quella che, la storia ce lo insegna, ha avuto sempre un debole per gli eroi. Dopo 20 tappe, 151 eroi sfileranno domani nel circuito che dalle Terme di Caracalla raggiungerà i Fori Imperiali.

Foto Credit: LaPresse - D'Alberto / Ferrari / Paolone / Alpozzi

ORDINE D'ARRIVO:

  1 Mikel Nieve Iturralde (ESP) Mitchelton - Scott 5:43:48
  2 Robert Gesink (NED) Lotto NL - Jumbo 2:17
  3 Felix Großschartner (AUT) Bora - Hansgrohe 2:42
  4 Giulio Ciccone (ITA) Bardiani Valvole - CSF Inox 3:45
  5 Gianluca Brambilla (ITA) Trek - Segafredo 5:23
  6 Wout Poels (NED) Sky Professional Cycling Team 6:03
  7 Chris Froome (GBR) Sky Professional Cycling Team 6:03
  8 Davide Formolo (ITA) Bora - Hansgrohe 6:03
  9 Domenico Pozzovivo (ITA) Bahrain - Merida 6:03
10 Richard Antonio Carapaz Montenegro (ECU) Movistar 6:03

l'ordine d'arrivo completo della ventesima tappa

CLASSIFICA GENERALE:

  1 Chris Froome (GBR) Sky Professional Cycling Team 86:11:50
  2 Tom Dumoulin (NED) Sunweb 0:46
  3 Miguel Angel López Moreno (COL) Astana 4:57
  4 Richard Antonio Carapaz Montenegro (ECU) Movistar 5:44
  5 Domenico Pozzovivo (ITA) Bahrain - Merida 8:03
  6 Pello Bilbao Lopez De Armentia (ESP) Astana 11:50
  7 Patrick Konrad (AUT) Bora - Hansgrohe 13:01
  8 George Bennett (NZL) Lotto NL - Jumbo 13:17
  9 Sam Oomen (NED) Sunweb 14:18
10 Davide Formolo (ITA) Bora - Hansgrohe 15:16

la classifica generale completa dopo la ventesima tappa

Tour of Slovenia: Dylan Groenewegen si aggiudica la prima tappa

Tour of Slovenia: Dylan Groenewegen si aggiudica la prima tappa

Dylan Groenewegen (Jayco AlUla) ha vinto la tappa di apertura del Giro di Slovenia, battendo Phil Bauhaus (Bahrain Victorious) dopo che il gruppo ha ripreso un terzetto a soli 300 metri dal traguardo posto a Rogaška Slatina. Il team Jayco-AlUla dell'olandese ha svolto gran parte del lavoro in testa al gruppo per tutta la tappa di 189,5 km, ed è stato debitamente ricompensato quando il loro velocista ha ottenuto la sua quinta vittoria della stagione.