Filippo Ganna, il Campione del Mondo dell'inseguimento individuale
Sulla pista di Berlino il verbanese ha mostrato di possedere una marcia in più rispetto alla concorrenza. Nelle qualificazioni ha firmato il nuovo record del mondo, già in suo possesso da questo autunno, avvicinando quel muro dei 4’ che sembra sempre più in bilico e alla sua portata. Per dare l’idea della sua impresa basti dire che a questo mondiale avrebbe potuto correre da solo anche l’inseguimento a squadre (se mai lo avesse permesso il regolamento) chiudendo in 11° posizione, davanti all’Ucraina.
In finale, poi, contrapposto all’americano Lambie ha lasciato sfogare l’avversario, per poi recuperare e allungare nella seconda parte di gara. Quando ha capito che il record del mondo non era più alla sua portata si è concesso il mezzo giro di passerella. Un trionfo che premia uno dei talenti più cristallini dello sport moderno ed un esempio di professionalità raro in un ragazzo di soli 23 anni.
Oggi mi sono svegliato che avevo delle buone sensazioni. Poi è arrivato anche il record personale (che poi è anche record del mondo, ndr) e a quel punto non potevo mancare anche la quarta maglia. Ho autografato il mio casco con tutte le date dei mondiali: era una sfida contro me stesso e l’ho vinta.”
Per quanto riguarda l’immediato futuro: “Adesso mi concentro sulla strada, poi ci sono le Olimpiadi. Per quanto riguarda il muro dei 4’.. non so quando, ma ci riproverò. Sono comunque contento di questo mondiale, con un oro e un bronzo va bene così.”
L’inseguimento italiano oggi ha brillato tanto quanto nei primi giorni di gara di questi mondiali. Marco Villa può essere contento ed orgoglioso del lavoro che sta portando avanti con questo gruppo di atleti, tutti molto giovani. Accanto a Filippo Ganna, ormai indiscussa star della pista mondiale, cammina a testa alta anche Jonathan Milan, neanche ventenne che oggi ha conquistato la finale per il bronzo (alla fine quarto). Una grande soddisfazione per lui, pur perdendola contro Emenault: “Il mio obiettivo era scendere sotto i 4’10, arrivare alla sfida per il bronzo è stata una bella e inattesa opportunità. Ho provato a vincere una medaglia, ma va bene così..”. Più staccato Davide Plebani, lo scorso anno bronzo nella specialità e quest’anno “solo” decimo: si sapeva che a Berlino non era nelle migliori condizioni.