La farsa romana

Un Giro d'Italia sul quale si erano sprecati gli aggettivi positivi fin dalla sua partenza in Israele, vede consumarsi un epilogo che ha del grottesco e che palesa la forte superficialità con cui si arrivano a prendere decisioni insensate sulle quali è difficile trovare nesso e motivazioni. Responsabilità che nell'approfondimento, è opportuno sottolineare come esse non siano imputabili ad un solo ed esclusivo attore. Responsabilità che sono da cercare tra i corridori, la giuria e l'organizzazione.

Attraverso una prima riflessione che potrebbe sorgere spontanea, alla luce anche di casi clamorosi come abbiamo assistito negli ultimi anni al Tour de France, verrebbe da meditare sul perchè una protesta da parte dei corridori non si è mai sollevata in eguale misura sulle strade della Grande Boucle. Con la presa di posizione e la discesa in campo in prima persona, del leader della corsa. Il secondo punto è la giuria. Ci è sembrato che questo organismo abbia usato un atteggiamento troppo condiscendente a fronte di condizioni oggettive abbastanza opinabili. La terza parte tirata in causa, è l'organizzazione. Perchè in questo caso, due possono essere le ipotesi. Con la prima, pur riconoscendo la piena autonomia alla giuria, nel caso però questa avesse davvero sopravvalutato il problema segnalato dai corridori, verrebbe da pensare che nel confronto spontaneo che sarebbe scaturito tra le parti, il peso della società organizzatrice sarebbe stato davvero esiguo. Nel caso opposto – e qui viene sviluppata la seconda ipotesi – verrebbe da chiedere perchè sia stato accettato un percorso con evidenti criticità e perchè queste non sono mai state notate ed evidenziate nei vari sopralluoghi. Il senso della logica farebbe propendere a valutare quanto accaduto, come un clamoroso autogol da parte dei corridori. Anche se in questo caso, a effetto domino, scaturirebbero indirettamente tutta una serie di precarietà che sia pure in misura diversa coinvolgerebbero sia la giuria che l'organizzazione. Se si pensa al centro storico di Roma e a una delle sue parti più suggestive che coinvolge i Fori Imperiali, non si può fare a meno di non dare per scontato che ci siano da affrontare tratti di strada in selciato. Sarebbe come se alla Parigi-Roubaix qualcuno si lamentasse di trovare il pavè, o tratti di strada sconnessi. Come pure non è scritto da nessuna parte che l'ultima giornata di una grande gara a tappe deve essere ispirata alla goliardia o ai festeggiamenti. Qualcuno potrà obiettare che anche al Tour succede. Non sarà difficile però replicare a tale osservazione, che ciò capita fino all'ingresso sui Campi Elisi. Da lì in poi, molti dei superstiti rimasti in corsa, si mettono alla ricerca di un'affermazione prestigiosa che può assumere il valore di una classica. Un'ambizione che non si limita esclusivamente alle ruote veloci del gruppo, ma anche ad altri tentativi temerari, che nel corso degli anni hanno avuto interpreti eccellenti quali Bernard Hinault o Aleksandr Vinokurov. Per non parlare poi, in caso di prova contro il tempo prevista all'ultimo giorno, i rovesciamenti di fronte che si sono verificati sia al Tour (Janssen su Van Springel nel 1968 o Lemond su Fignon nel 1989) che al Giro d'Italia (in epoche recenti, Ryder Hesjedal su Joaquim Rodríguez nel 2012 oppure Dumoulin su Quintana, lo scorso anno).

Come pure, c'è da sottolineare l'atteggiamento poco elegante della maglia rosa Chris Froome che in molti hanno visto rivolgersi piuttosto seccato ai giudici di gara ad esortare l'annullamento della competizione in termini di tempi e distacchi. Una decisione che poi, così come è stato, gli ha assegnato anzitempo il Giro d'Italia, edizione 2018. Auguriamo a lui che per l'inesorabile legge del contrappasso, quest'affermazione per la quale può avere avuto troppa fretta nel vedersela riconosciuta, non gli venga poi sottratta da sentenze delle quali è in attesa da mesi. Per come è apparso fino ad oggi nei suoi atteggiamenti, verrebbe difficile in tal caso, ipotizzare una reazione di euforia da parte dell'olandese Dumoulin, che accetterebbe una pur sempre antipatica e troppo posticipata sentenza, conferirgli una titolarità scaturita al di fuori del contesto agonistico.

Del resto, buche o non buche, lo sprint di Roma ha messo in luce ancora una volta l'irlandese Sam Bennet, che rispetto al solito avversario Elia Viviani, ha dimostrato una maggiore accortezza a scegliere le traiettorie. Il veronese, ottimamente pilotato dai compagni, una volta che si è trovato alle transenne, ha avuto molte difficoltà a mantenere il comando nel testa a testa con Bennet. Proprio a causa del terreno dissestato che ha incominciato a litigare con la sua ruota posteriore. Però, se il ciclismo è sport di strada, può starci anche questo.Come pure, se Froome ha trovato il palcoscenico per la sua impresa nello sterrato del Colle delle Finestre, qualcun altro doveva comunque godere dell'opportunità di approfittare del selciato dei Fori Imperiali.

Foto Credit: LaPresse - D'Alberto / Ferrari / Paolone / Alpozzi

ORDINE D'ARRIVO:

  1 Sam Bennett (IRL) Bora - Hansgrohe 2:50:49
  2 Elia Viviani (ITA) Quick Step Floors 00:00
  3 Jean-Pierre 'Jempy' Drucker (LUX) BMC Racing Team 00:00
  4 Baptiste Planckaert (BEL) Katusha - Alpecin 00:00
  5 Manuel Belletti (ITA) Androni Giocattoli - Sidermec 00:00
  6 Sacha Modolo (ITA) EF Education First - Drapac 00:00
  7 Niccolo Bonifazio (ITA) Bahrain - Merida 00:00
  8 Clément Venturini (FRA) AG2R - La Mondiale 00:00
  9 Paolo Simion (ITA) Bardiani Valvole - CSF Inox 00:00
10 Fabio Sabatini (ITA) Quick Step Floors 00:00

l'ordine d'arrivo completo della ventunesima tappa

CLASSIFICA GENERALE:

  1 Chris Froome (GBR) Sky Professional Cycling Team 89:02:39
  2 Tom Dumoulin (NED) Sunweb 0:46
  3 Miguel Angel López Moreno (COL) Astana 4:57
  4 Richard Antonio Carapaz Montenegro (ECU) Movistar 5:44
  5 Domenico Pozzovivo (ITA) Bahrain - Merida 8:03
  6 Pello Bilbao Lopez De Armentia (ESP) Astana 11:50
  7 Patrick Konrad (AUT) Bora - Hansgrohe 13:01
  8 George Bennett (NZL) Lotto NL - Jumbo 13:17
  9 Sam Oomen (NED) Sunweb 14:18
10 Davide Formolo (ITA) Bora - Hansgrohe 15:16

la classifica generale completa dell'edizione 2018 del Giro d'Italia

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