La crono di Gerusalemme esalta l'ultima maglia rosa
Le certezze di Dumoulin, i punti di domanda dei suoi avversari
Ancora Tom Dumoulin. Aveva lasciato il Giro del Centenario festeggiante, meno di un anno fa in Piazza del Duomo a Milano, a godere di quel successo che lo poneva quale primo corridore olandese, trionfatore della corsa rosa. Aggiudicandosi la prima tappa dell’edizione 2018, il campione del team Sunweb si rende protagonista di un’ottima prova contro il tempo, riconquistando subito il simbolo del primato. Nel suo intervento a caldo, Dumoulin dichiara di vivere alla giornata, senza fare troppi calcoli. Nella consapevolezza che in tre settimane ci sarà da scrivere una storia lunga nella quale ci potranno stare colpi di scena e capovolgimenti di fronte. Nel frattempo però il corridore olandese incassa una prestazione che la dice lunga sul suo eccellente stato di forma. Una consapevolezza importante per chi come lui, fino ad oggi, aveva dato l’impressione di giocare a nascondersi. Centellinando al massimo le proprie uscite agonistiche. Adesso, circostanza non certo secondaria, può valutare con soddisfazione i consistenti ritardi accusati dai suoi principali avversari, per quanto concerne le ambizioni rivolte alla classifica generale: 33” da Pinot, 37” da Froome, 50” da Aru e 56” da Lopez. Tenendo conto che tali distacchi sono stati consumati su una prova di 9.700 metri.
È vero che a questo punto possono sussistere anche alcune domande sul fatto che una maglia rosa indossata così presto, possa risultare troppo pesante per le spalle di chi ambisce al successo finale e se tale circostanza comporti del lavoro supplementare per un team che già lo scorso anno dimostrò i propri limiti proprio nell’ultima settimana di corsa. C’è da dire però che anche se sulla carta le due tappe in linea in terra di Israele sembrano privilegiare i velocisti, chi nutre ambizioni di successo finale non potrà certo nascondersi nelle retrovie. Con o senza il simbolo del primato addosso, la musica non cambia. Le attenzioni non sono mai troppe e il nervosismo per aggiudicarsi i primi sprint, abbinati a temperature non troppo usuali per questi tempi, così come i palcoscenici sui quali si consumeranno le sfide agonistiche (domenica i corridori affronteranno il deserto), con le insidie del vento, imporranno ai vari protagonisti attenzioni supplementari. Non sarà pertanto il simbolo del primato a imporre un dispendio supplementare di energie. Anche perché, è scontato che se Dumoulin dovesse anche rischiare di cedere la maglia rosa a figure contingenti, al di fuori dei suoi più diretti avversari, difficilmente si impegnerebbe in una strenua e dispendiosa difesa. Al momento attuale l’ultimo trionfatore del Giro e campione del mondo in carica della cronometro, porta a casa a pieno titolo il primo round di una confronto difficile e insidioso quanto si vuole ma che, per quanto lo riguarda, lo pone su una posizione più serena rispetto ai suoi principali antagonisti. Alcuni dei quali si trovano subito alle prese con importanti punti di domanda. Froome e Lopez devono capire le conseguenze e gli strascichi di quelle sfortunate, quanto inopportune cadute, capitate loro nelle fasi di riscaldamento alla crono. Fabio Aru da parte sua, dovrà interrogarsi sui perché, a fronte di un percorso che in certe parti poteva stimolare anche gli scalatori, abbia fornito una prestazione abbastanza al di sotto di gente come il compagno di squadra Valerio Conti o di altri scalatori quali Domenico Pozzovivo. Entrambi dotati di caratteristiche peculiari alle sue. Un’analisi necessaria, non tanto per l’effettiva consistenza dei secondi lasciati sul campo, quanto piuttosto per capirne le cause. Comprendere se quell’agognato cambio di ritmo in grado di esaltare le proprie qualità e di consentirgli di fare l’effettiva differenza tra sé e i suoi avversari, resti una chimera. O se, dopo gli estenuanti allenamenti di fine inverno e inizio primavera, tale obiettivo possa essere a portata di mano. Tutta una serie di domande che al momento, a sfida appena iniziata, contribuiscono a rendere tale sfida ancora più intrigante. In attesa di vedere e valutare nel frattempo, che cosa saranno in grado di proporre le altre due tappe che ci aspettano in Terrasanta.
ORDINE D'ARRIVO:
1. Tom Dumoulin (NED) Sunweb 12:02
2. Rohan Dennis (AUS) BMC Racing Team 0:02
3. Victor Campenaerts (BEL) Lotto - Soudal 0:02
4. José Isidro Maciel Gonçalves (POR) Katusha - Alpecin 0:12
5. Alex Dowsett (ENG) Katusha - Alpecin 0:16
6. Pello Bilbao Lopez De Armentia (ESP) Astana 0:18
7. Simon Yates (GBR) Mitchelton - Scott 0:20
8. Maximilian Schachmann (GER) Quick Step Floors 0:21
9. Tony Martin (GER) Katusha - Alpecin 0:27
10. Domenico Pozzovivo (ITA) Bahrain - Merida 0:27
l'ordine d'arrivo completo della prima tappa
CLASSIFICA GENERALE:
1. Tom Dumoulin (NED) Sunweb 12:02
2. Rohan Dennis (AUS) BMC Racing Team 0:02
3. Victor Campenaerts (BEL) Lotto - Soudal 0:02
4. José Isidro Maciel Gonçalves (POR) Katusha - Alpecin 0:12
5. Alex Dowsett (ENG) Katusha - Alpecin 0:16
6. Pello Bilbao Lopez De Armentia (ESP) Astana 0:18
7. Simon Yates (GBR) Mitchelton - Scott 0:20
8. Maximilian Schachmann (GER) Quick Step Floors 0:21
9. Tony Martin (GER) Katusha - Alpecin 0:27
10. Domenico Pozzovivo (ITA) Bahrain - Merida 0:27