La rosa perde i petali nel giorno di Schachmann
La conferma della teoria che per fare la differenza non servono le grandi pendenze. L’arrivo a Pratonevoso, un traguardo non inedito per il Giro d’Italia, che dieci anni fa fu sede di tappa del Tour de France, veniva equiparato per difficoltà, a quello del Santuario di Montevergine. Luogo nel quale, l’edizione 101 della corsa rosa aveva fatto arrivo in occasione dell’8a tappa. Un’analogia, per spiegare un finale impegnativo, ma non impossibile; al cospetto delle altre due tappe di montagna che saranno affrontate tra domani e dopodomani. Tanto però è bastato per vedere per la prima volta in crisi la maglia rosa Simon Yates, che in poco più di 1.500 metri ha visto dimezzare il proprio vantaggio in classifica generale nei confronti di Dumoulin.Fortuna per lui che non sono entrati in gioco gli abbuoni, perché oggi finalmente, la fuga ce l’ha fatta ad andare all’arrivo. Dei 12 uomini partiti tra i primi 25 Km di corsa, si sono affrontati nel testa a testa finale tre corridori, transitati in quest’ordine, sul traguardo di Pratonevoso: Maximilian Schachmann, Ruben Plaza e il nostro Mattia Cattaneo, che potrebbe nutrire il dubbio di aver sbagliato tatticamente qualcosa negli ultimi chilometri. Il corridore dell’Androni Giocattoli-Sidermec è apparso attendista in certe fasi, alternando attacchi a sorpresa che alla fine gli hanno riempito le gambe di acido lattico. Compromettendo inevitabilmente la sua reazione nel momento decisivo. Resta il fatto che il vincitore Maximilian Schachmann, del quale già alla vigilia della partenza del Giro il suo diesse alla Quick-Step Floors, Davide Bramati, ebbe modo di spendere parole elogiative nei suoi confronti, è stato colui che tra i battistrada, ha sempre dimostrato il miglior colpo di pedale. Come dire che, alla luce dei fatti, e soprattutto delle forze in campo, alla fine ha poi vinto il migliore.
Resta invece da capire chi, tra gli uomini di classifica, risulti essere a questo punto il migliore. Capire l’entità della crisi palesata della maglia rosa Yates, apparso in prima battuta ottimamente reattivo nel rispondere all’attacco di Dumoulin, ma poi, pochi metri più tardi, decisamente deficitario nel rispondere a quello di Froome e alle reazioni dell’olandese e di Pozzovivo. Valutare se il deficit accusato sul traguardo di Pratonevoso possa essere archiviato come un episodio sporadico che può capitare nel corso delle tre settimane di gara. Oppure – e in questo caso sarebbero dolori per il britannico – come un preoccupante segnale di allarme per chi in questo Giro non ha mai inteso correre al risparmio, preferendo l'opzione di vivere alla giornata, sfruttando l’ottima condizione. Nel tentativo, da parte di Yates mai nascosto, di incamerare più secondi possibili tra sé e il campione del mondo della cronometro. Nel timore mai sopito, di essere costretto a concedergli troppo tempo nella crono trentina, da Trento a Rovereto. Il britannico ha dunque interpretato la sua corsa con un mix di eccessiva spavalderia manifestata sul terreno amico, allo scopo di poter difendersi dalle eccessive paure indotte da una disciplina quale la prova contro il tempo, che raramente gli aveva concesso segnali confortanti. Alla fine però, l’attuale maglia rosa si ritrova adesso a rischiare proprio sul terreno amico. Quel terreno grazie al quale ha potuto sviluppare le sue ottime performances, che gli hanno consentito di vestire per 13 giorni il simbolo del primato. Una sfida che potrebbe improvvisamente riaprirsi anche per chi, condizionato dall’assoluta superiorità del giovane alfiere del team Mitchelton-Scott, si era già rassegnato ad abbassare le pretese, limitandole alla conquista del podio. Ritenendo ormai l'obiettivo maglia rosa, una chimera effimera e irrealizzabile.Sarebbe infatti limitativo a questo punto, valutare il contesto del confronto ai soli Yates e Dumoulin. Se è vero che l’olandese ha recuperato 28” sull’avversario in un tratto brevissimo, è altrettanto vero che sul traguardo, il suo volto lo faceva apparire nettamente più stanco e stravolto rispetto a Froome e Pozzovivo. Come pure oggi, è apparso molto brillante Miguel Angel Lopez, che dalla tappa dello Zoncolan si fa notare per essere in forte e costante recupero. Salendo verso Pratonevoso il colombiano in maglia bianca è stato costretto a giocare d’anticipo, obbligato a rispondere a un attacco di Richard Carapaz, l’ecuadoregno che lo precede nella classifica dei giovani. Quello di anticipare i tempi è un atteggiamento che in corsa può capitare molto spesso. Purtroppo però, può succedere che il risultato che si ottiene sia l’opposto di quello che prefigurava l’intento. Quel tempo inizialmente guadagnato, può anche trasformarsi nell'evoluzione della gara, in ritardo accusato. Una precisazione dovuta, per indicare il rischio che sovente nasconde, una strategia votata all'eccessivo agonismo, nei finali in salita. Il giovane colombiano però, è arrivato alla terza settimana con uno stato di forma che sembra davvero eccellente e, se si escludono i corridori che facevano parte della fuga iniziale, Lopez è stato il primo del gruppo inseguitore ad avere tagliato il traguardo. Non per nulla, il suo bilancio giornaliero parla di 43” guadagnati sulla maglia rosa e di 15” recuperati nei confronti di Pozzovivo, Dumoulin e Froome. In classifica generale il corridore dell’Astana occupa attualmente la 6a posizione, accusando un distacco dal leader di 4’54”. Lo precede di appena 30” il francese Thibaut Pinot, apparso anche oggi in affanno, avendo raggiunto il traguardo 5” dopo la maglia rosa.Se la condizione continuerà a sorreggerlo, è ipotizzabile che il giovane sudamericano vorrà approfittare delle prossime due tappe per attaccare e risalire ancora in classifica generale. Ponendosi a quel punto quale valido alleato di chi vorrà attuare atteggiamenti belligeranti. Forse lo stesso Froome, che dopo qualche colpo a vuoto accusato nella tappa di Sappada, sembra ritornato a ottimi livelli. L’ultimo vincitore di Tour e Vuelta ha la consapevolezza di disporre di una squadra validissima ed esperta, in grado di supportare le sue velleità. Tra le quali a questo punto, potrebbe rientrare anche l’ambizione di vincere il Giro. Un’ambizione che anche per Pozzovivo potrebbe apparire come possibilità remota, ma non impossibile. Se da una parte è chiaro come il lucano stia correndo con estrema prudenza e non abbia mai tentato di sbilanciarsi più di tanto nelle sue azioni, è pur vero che dal primo giorno di gara è stato molto regolare nel rendimento, senza mai dare nessun cenno di cedimento. Come lui stesso ha ammesso nell’immediato dopo corsa, la sua condizione è ottimale anche sotto il profilo psicologico. Anche se, è bene ricordare, e scorrendo la classifica generale lo si può intuire meglio, dovrà fare attenzione a Froome che potrebbe insidiargli il podio, nel caso lui non riuscisse a recuperare sui primi due della classifica.
In sintesi, prima della lunga trasferta verso Roma, dove il Giro vivrà la sua apoteosi, ci aspettano due frazioni nelle quali potrà succedere di tutto. Anche rovesciare completamente quello che fino a ieri sembrava l’esito abbastanza scontato di un romanzo partito tre settimane fa dalla terra d'Israele.
Foto Credit: LaPresse - D'Alberto / Ferrari / Paolone / Alpozzi
ORDINE D'ARRIVO:
1 Maximilian Schachmann (GER) Quick Step Floors 4:55:42
2 Rubén Plaza Molina (ESP) Israel Cycling Academy 0:10
3 Mattia Cattaneo (ITA) Androni Giocattoli - Sidermec 0:16
4 Christoph Pfingsten (GER) Bora - Hansgrohe 1:10
5 Marco Marcato (ITA) UAE Team Emirates 1:26
6 Michael Mørkøv (DEN) Quick Step Floors 1:36
7 Viatcheslav Kuznetsov (RUS) Katusha - Alpecin 1:52
8 Jos Van Emden (NED) Lotto NL - Jumbo 3:22
9 Alex Turrin (ITA) Wilier Triestina - Selle Italia 3:29
10 Davide Ballerini (ITA) Androni Giocattoli - Sidermec 5:09
l'ordine d'arrivo completo della diciottesima tappa
CLASSIFICA GENERALE:
1 Simon Yates (GBR) Mitchelton - Scott 75:06:24
2 Tom Dumoulin (NED) Sunweb 0:28
3 Domenico Pozzovivo (ITA) Bahrain - Merida 2:43
4 Chris Froome (GBR) Sky Professional Cycling Team 3:22
5 Thibaut Pinot (FRA) Groupama - FDJ 4:24
6 Miguel Angel López Moreno (COL) Astana 4:54
7 Rohan Dennis (AUS) BMC Racing Team 5:09
8 Pello Bilbao Lopez De Armentia (ESP) Astana 5:54
9 Richard Antonio Carapaz Montenegro (ECU) Movistar 5:59
10 Patrick Konrad (AUT) Bora - Hansgrohe 7:05