Il commento di Andrea Guardini sull'egemonia di Marcel Kittel al Giro d'Italia
[caption id="attachment_7403" align="alignleft" width="300"] Andrea Guardini (Astana) - foto Dario Belingheri/BettiniPhoto©2016[/caption]
Nonostante l'egemonia e la dittatura di Marcel Kittel al Giro d'Italia, non si può dire che la nostra corsa rosa non presenti un cast di partecipazione di basso livello, quanto a ruote veloci. Scorrendo la lista dei partecipanti e volendo ritenere corridori come il campione del mondo Peter Sagan e l'australiano Michael Matthews atleti polivalenti, le assenze che emergono da un primo colpo d'occhio risultano legate soprattutto ai nomi di Fernando Gaviria e Andrea Guardini.
È stato proprio il velocista veronese che ha accettato l'invito di commentare la terza tappa del Giro d'Italia a “Bagarre, il focus sul grande ciclismo”. In forza al team Astana, Guardini ha spiegato che la presenza in squadra di due elementi eccezionali quali Nibali e Aru, condiziona le strategie della formazione kazaka che intende privilegiare obiettivi rivolti più verso la classifica generale che non su glorie giornaliere. Proprio per questo, nonostante la sofferenza ad assistere alla corsa rosa in tv tv, Guardini è consapevole che dovrà rassegnarsi a non essere presente nemmeno al Tour de France. Finalizzando e concentrando le proprie ambizioni, soprattutto verso il finale di stagione dove la molto probabile partecipazione alla Vuelta, potrebbe aprirgli le porte della Nazionale azzurra. In considerazione che la sfida iridata in Qatar sembra riservata esclusivamente alle ruote veloci.
Una situazione che sia pure con risvolti diversi, quella vissuta da Guardini, va ad interessare anche molti degli altri colleghi velocisti. L'analisi del corridore dell'Astana sottolinea infatti che se da quello che si è visto nelle due tappe in linea olandesi, è l'inconfutabile superiorità di Marcel Kittel allo sprint, dall'altra si deve altresì considerare che il talento tedesco è anche l'unico al momento, a poter disporre di compagni – tra l'altro ottimi nello svolgere il lavoro – che lo assistono nelle sfide infuocate a più di 70 all'ora. Tutti i suoi avversari sono invece costretti ad arrangiarsi da soli. Circostanza che costringe loro a spendere importanti energie psico fisiche nelle fasi preparative. Rispetto a colui che invece, già avvantaggiato grazie a una scala valori che al momento lo pone al culmine della categoria, può comunque arrivare al momento cruciale con maggiore tranquillità. Per poter far esplodere poi, la sua incredibile potenza.