De Marchi incontenibile
La terra galiziana ha saputo regalare grande spettacolo alla Vuelta.
Scenari mozzafiato e panorami sin qui inediti per una corsa che ha attraversato terreni aridi con vegetazioni ad altezza d’uomo. L’aria delle coste atlantiche ha contribuito a rinfrescare la temperatura, offrendo un finale dove anche la pioggia ha fatto da compagna di viaggio a una frazione caratterizzata da una media elevata, a dispetto di un chilometraggio che segnalava questa tappa come quella con maggiore distanza da percorrere.
Un appuntamento analogo, per intenderci, a quelli definiti “trabocchetto” che attraversano il Massiccio Centrale al Tour de France, oppure gli Appennini nella corsa rosa. Capaci di mietere vittime illustri oppure, come nel caso della tappa odierna, di far uscire allo scoperto gente pericolosa quale Thibaut Pinot, che con un’azione temeraria ha inteso provare a risalire in classifica generale, lanciandosi insieme ad altri corridori, in un attacco a lunga gittata che in alcune fasi lo ha reso anche leader virtuale della generale. Alla fine il transalpino ha dovuto accontentarsi di un bilancio magro. A parte il secondo di abbuono guadagnato per strada, il gap accusato nei suoi confronti dal leader Simon Yates, giunto sul traguardo di Ribeira Sacra Luintra in compagnia di Valverde, di Uran, di Quintana e di Kwiatkowski, è stato di appena 12”.
È apparso ancora in affanno Fabio Aru, costretto a concedere 41” al plotoncino dei migliori. Mentre invece Vincenzo Nibali sembra dare l’impressione di testarsi con continui tentativi, alla ricerca di una soddisfazione parziale, ma anche di ottimizzare la sua condizione per l’appuntamento per lui più importante per questo finale di stagione: il mondiale di Innsbruck che, causa l’incidente subito al Tour de France sull’Alpe d’Huez, rischia di trasformarsi da obiettivo primario a futile chimera.
In tutto questo però, la tappa della Galizia può essere raccontata attraverso il volto stravolto del suo degno vincitore. Quell’Alessandro De Marchi che, quanto a generosità, non teme rivali.
Un agonista perenne che sulle strade della Vuelta riesce sempre a trovare un’ispirazione particolare. A volte la sua innata abnegazione rischia di fargli commettere alcuni errori tattici. Alla fine però, trova sempre il modo di regalarsi gloria attraverso giornate intrise di grandi gesti e di grandi emozioni. Una giornata da forti contorni friulani.
“Il rosso di Buja” sul gradino più alto del podio e Franco Pellizotti, “Delfino di Bibione”, al 3° posto dell’ordine d’arrivo. In mezzo il colombiano Jhonatan Restrepo Valencia, che sullo strappo finale, De Marchi ha inteso togliersi di ruota. Per andare in solitario alla conquista del terzo successo personale nella più importante gara a tappe spagnola.
Roberto Sardelli